RASSEGNA STAMPA
IL SECOLO XIX - 
G8, De Gennaro chiede il processo abbreviato
        
        Genova, 11 maggio 2009
G8, De Gennaro chiede il processo abbreviato
          L'inchiesta per l'irruzione   della polizia alla scuola diaz
          L'ex capo della polizia, 
          ora   responsabile 
          dei servizi segreti, 
          è accusato di aver depistato le   indagini
          
Il colpo di scena arriverà, probabilmente,   domani poco prima delle
          10. Quando Gianni De Gennaro, l'ex capo della   polizia oggi al vertice dei
          servizi segreti (è alla guida del Dis, l'organo   di coordinamento fra le
          varie branche di 007) potrebbe ufficializzare   quella che negli ultimi
          giorni a Palazzo di giustizia è parsa molto più di   un'indiscrezione. E
          cioè la richiesta di essere processato con rito   abbreviato per i presunti
          depistaggi al G8 del luglio 2001, a seguito del   quale la Procura del
          capoluogo ligure lo aveva indagato per istigazione   alla falsa
          testimonianza insieme all'ex questore Francesco Colucci e all'ex   dirigente
          della Digos genovese Spartaco Mortola. De Gennaro è senza dubbio   il "big"
          dell'inchiesta, il più alto funzionario coinvolto in uno dei tanti   rivoli
          nei quali si è frammentato il mare magnum dei procedimenti penali   sul
          super-vertice. E dovrebbe, se non cambierà idea all'ultimo minuto,
          presentarsi di persona in città, per chiedere di stringere i tempi sul
          processo e arrivare a un verdetto forse prima della pausa estiva.
          Di cosa   è accusato lo "squalo", com'è definito da sempre per la sua
          rapidità e   decisione a muoversi nei contesti più controversi? Per capirlo
          bisogna   focalizzare non tanto i fatti di otto anni fa, quanto le numerose
          udienze   che li hanno seguiti. E in particolare la testimonianza che
          Colucci rese   nel maggio 2007, a proposito dell'irruzione alla scuola Diaz. 
          L'ex questore   disse che telefonò lui stesso, di propria iniziativa, al
          dirigente   dell'ufficio stampa per far contattare i giornalisti, mentre in
          precedenza   aveva rivelato che l'idea era stata di De Gennaro. Perché
          cambiò versione?   Secondo la Procura fu proprio l'ex numero uno a dirgli di
          rivedere il   resoconto, per tenerlo il più possibile fuori dall'affare
          Diaz. E la   conferma di questo teorema, insistono i pm, è in una telefonata
          che Colucci   fece pochi giorni prima della testimonianza modificata.  
          Parlando con   Mortola, l'ex questore disse testualmente «il capo mi ha
          detto di fare un   po' marcia indietro e "bisogna che aggiusti il tiro sulla
          stampa"». A   parere dei magistrati che hanno firmato la richiesta di rinvio
          a giudizio   (per la precisione cinque: Enrico Zucca, Francesco Cardona
          Albini, Vittorio   Ranieri Miniati, Patrizia Petruzziello e Mario Morisani)
          si tratta di   pressioni indebite, appunto un'istigazione alla falsa
          testimonianza. De   Gennaro, scrivono, avrebbe quindi spinto Colucci a
          mentire «in relazione   alla fase di preparazione e organizzazione del
          blitz».
          Che cosa   succederà, a questo punto? Con la probabile istanza di rito
          abbreviato (la   stessa che formulerà Spartaco Mortola, oggi numero due
          della questura   torinese) De Gennaro in qualche modo gioca d'anticipo e"costringe" il   giudice Silvia Carpanini a decidere, in tempi ovviamente
          molto più brevi di   un eventuale dibattimento ordinario. E una delle
          indagini più spinose del   G8 - nata dalle intercettazioni su un altro "buco
          nero", cioè la scomparsa   durante il processo Diaz delle bottiglie molotov
          che furono introdotte   nella scuola per addebitarne il possesso ai noglobal
          - potrebbe registrare   il suo capitolo più importante entro pochi mesi.
          
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